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A Bolzano un hotel storico che fa tendenza

hotel-bolzanoBolzano, Alto Adige. Città trendy, anche se non si direbbe. A Bolzano un hotel che fa tendenza.

A partire dal suo volto ecologico che schiera 48 km di piste ciclabili solo dentro i confini comunali. Parchi, musei, gallerie. La vecchia signora ha il volto giovane del design e della bioedilizia. L’antico dialoga col nuovo che avanza.

Fondata dal mitico celitco Baiutius, già piana paludosa, è stata crocevia di commerci e accampamenti di guerra. Ma nei secoli ha raffinato un volto elegante, specie nel centro storico dei caffè e delle case altomedievali, confermando nella via dei Portici quella vocazione alle merci che oggi torna – con numeri incredibili – a trionfare nei mercatini natalizi.

Da 100 anni – i festeggiamenti hanno coinvolto tutta la città – la vita bolzanina s’è spesso animata attorno ad un hotel storico di Bolzano dalle atmosfere liberty che ha visto transitare artisti, musicisti, capi di Stato e che in occasione del secolo di attività s’è messo alla prova con la contemporeaneità. Il Parkhotel Laurin di Bolzano di proprietà tuttora della famiglia Staffler che lo ha costruito, è stato premiato come “albergo storico dell’anno” nel 2010, ma soprattutto ha aperto il suo bar ai concerti jazz, il ristorante alla cucina internazionale creativa e le sue camere all’ingegno della facoltà di Design e arte della Libera università di Bolzano i cui allievi hanno lavorato nelle serre per celebrarne la vita: ironia e fantasia sugli ospiti, sugli oggetti dimenticati in camera, sulla tavola (può capitare che lo chef proponga una pietanza sonora, chiedere per credere), sul parco nuovamente decorato di opere d’arte d’intesa col Museion, il Museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano.

In questo hotel di Bolzano, in ognuna delle 100 camere (una sola ha un balcone sui tetti con sdraio e rampicanti) c’è un’opera d’arte: da Carlo Carrà a Oskar Kokoschka, passando per gli altoatesini Moser, Piffrader, Nepo. Il giardino d’estate è accessibile a chi passa: vi si trasferiscono bar e ristorante, tra piante e rarità botaniche sparse con grazia su 4 mila metri di verde.

Ma è forse nella storica sala affrescata da Bruno Goldschmitt nel 1910 , dove si narra la leggenza del re Laurino, che si respira l’atmosfera più pura del passato soprattutto il giovedì, con l’aperitivo sempre affollato.

Un luogo da vedere, prima ancora di un soggiorno che premia anche per la cucina guidata dal giovane Manuel Astuto.

Sempre in tema di sfide, il Laurin per il centenario ha voluto esportare una camera nel bosco, la Suite@Paradeis: accade a Magrè, nel bosco della tenuta Lageder, prima cantina biodinamica nata in Alto Adige ma di vinaioli dal 1823. Un container è stato mimetizzato tra gli alberi, riempito di mobili d’epoca originari, dotato di tutti i confort: una esperienza di silenzio rurale, tra rose profumate e l’aroma del vino che arriva insieme alla musica della cantina dove si vinifica tra Bach e opere d’arte.