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Itinerario per Venezia: le mercerie

Da sempre merci pregiate si offrono ammiccanti lungo le Mercerie, il più frequentato passeggio della città, che un tempo i patrizi percorrevano per tornare dalle discussioni nei consigli ai colloqui di affari e ai registri del credito.

Attraversato il Canal Grande all’altezza di Rialto, centro mercantile e finanziario, l’itinerario prosegue nei sestieri di  San Polo e di Santa Croce fino alla chiesa dei Frari e alla Scuola di San Rocco, luoghi celebri della pittura, per tornare al ponte di Rialto attraverso campo San Polo e campo San Aponal.

Le Mercerie, fulcro del denso tessuto della Venezia bizantina del X secolo, conducono dal centro politico-religioso marciano ai traffici del mercato di Rialto, vero “ventre” commerciale della città. Quasi al termine della via spicca la bianca facciata barocca (1663) della chiesa cinquecentesca di San Salvador,che custodisce il monumento funebre del doge Francesco Venier, opera di Sansovino (1556-61), un’Annunciazione (1566) e una Trasfigurazione (1560) di Tiziano.

Alla convergenza di percorsi provenienti da piazza San Marco, da Rialto e dalla stazione ferroviaria, campo San Bartolomio è oggi uno dei luoghi più animati della vita veneziana. Al di là del ponte di Rialto, campo San Giacomo di Rialto conserva le tracce di centro della vita finanziaria della città: lo delimitano i portici delle Fabbriche Vecchie (realizzate da Scarpagnino nel 1520-22) sotto cui venivano sistemati i tavoli dei banchieri e, opposta alla chiesa omonima (XII secolo), la statua del Gobbo di Rialto (XVI secolo) sorregge la scala per la colonna del Bando, da cui venivano lette le sentenze e comunicate le leggi.

Proseguendo lungo le fondamenta dell’Olio si gode della splendida veduta frontale della Ca’ d’Oro; a sinistra si ammirano i due piani di logge della Ca’ Corner della Regina, edificio classicheggiante di Domenico Rossi (1724) e, poco oltre,  Ca’ Pesaro, sede del Museo d’Arte orientale e della Galleria internazionale d’Arte moderna: imperdibili i capolavori di maestri dell’800 e del ’900 quali Giuseppe Pellizza da Volpedo, Francesco Hayez, Giovanni Fattori, Camille Corot, Umberto Boccioni, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Mario Sironi, Ottone Rosai, Joan Miró, Marc Chagall, Vasilij Kandinskij, Gustav Klimt.

Ancora oltre, il fondaco dei Turchi è un’esemplare casa-fondaco veneto-bizantina, dal 1621 al 1838 utilizzata come deposito merci e albergo per commercianti turchi. Il radicale restauro ottocentesco ha sconvolto l’aspetto originario del palazzo, conservandone solo la struttura a due piani tipica delle case-fondaco due-trecentesche. Allontanandosi dal Canal Grande si incontrano il campo Santa Maria Mater Domini,tra i più caratteristici di Venezia per la sua forma regolare e proporzionata e, in uno dei rari spazi alberati del cuore cittadino, la chiesa di San Giacomo dell’Orio,del X secolo, da cui promana intatto il fascino dell’antico luogo di culto, esaltato da un Crocifisso ligneo trecentesco di Veneziano, da una Madonna col Bambino e santi (1546) di Lotto e da tele di Veronese.

Da un’elegante corte rinascimentale, opera di Pietro Lombardo (1481), si entra in un  cortile in cui si fronteggiano la gotica chiesa di San Giovanni Evangelista,rimaneggiata  nel ’700, e la Scuola Grande,frutto di sovrapposizioni stilistiche dei secoli XIV-XVIII. Nell’interno un superbo scalone di Mauro Codussi (1498) conduce al salone superiore, impreziosito da dipinti di Tiepolo, Tintoretto, Pietro Longhi e altri. Da qui si accede all’oratorio della Croce, un tempo ornato con i teleri di Gentile Bellini e Carpaccio, ora alle Gallerie dell’Accademia, a cui segue la sala dell’Albergo, con affreschi di Palma il Giovane. Verso sud, Santa Maria Gloriosa dei Frari è annunciata dalla poderosa mole del campanile trecentesco, uno dei più alti di Venezia.

L’attuale edificio, severo e grandioso, fu iniziato nel 1340; nella facciata in tardo stile gotico è incastonato un portale con sculture di Bartolomeo Bon, Pietro Lamberti (XV secolo) e Alessandro Vittoria, che dà accesso al solenne interno a tre navate, divise da dodici poderosi piloni e scandito da altari, urne pensili e monumenti funebri. Capolavori della chiesa sono l’Assunta (1516-18) e la pala nota come Madonna di Ca’ Pesaro (1526) di Tiziano, la Madonna in trono con Bambino e santi,trittico di Bellini del 1488, e la scultura lignea di San Giovanni Battista di Donatello (1450 ca.).

Fra i monumenti funebri, quello a Tiziano venne eretto nell’800 nella seconda campata destra, dove secondo la tradizione riposano le spoglie del maestro. Alle spalle della chiesa è la Scuola Grande di San Rocco, eretta dal 1516 al 1560. Le vaste sale dell’interno sono decorate dal ciclo di grandi tele di Tintoretto (1564-87), che segnano l’apice della sua arte: salendo il grandioso scalone di Scarpagnino si raggiunge la sala dell’Albergo che accoglie nel soffitto ligneo il San Rocco in gloria e sulla parete una Crocifissione; nell’imponente Sala Maggiore sono ventuno le tele dipinte dal maestro, mentre alle pareti imperano le Storie del Nuovo Testamento e, sull’altare, la Gloria del santo; il salone terreno è riservato a otto tele dipinte fra il 1583 e il 1587.

Tintoretto è protagonista anche alla chiesa di San Rocco, rifatta nel ’700, con due dipinti alla parete destra e quattro grandi tele nel presbiterio.

Tornando verso il ponte di Rialto si attraversa campo San Polo, uno dei più grandi e caratteristici di Venezia, un tempo luogo di feste e giochi, fiancheggiato da edifici dei secoli XIV-XVIII, tra cui spicca il palazzo Maffetti-Tiepolo (1712); opposta alla lunga palazzata è l’abside dell’antica chiesa di San Polo, ristrutturata a inizio ’800. Più oltre, Campo San Aponal è un piccolo ma vivace luogo di transito che accoglie l’ex chiesa di San Aponal, di forme gotiche.