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Itinerario per le calli di Venezia

santa-maria-della-saluteLa pittura veneta costella questo percorso che, disegnato ad anello a ponente di piazza San Marco, tocca celebri luoghi d’arte. L’Accademia con la sua incomparabile raccolta, Ca’ Rezzonico con quadri ed affreschi settecenteschi, San Sebastiano dove dipinse Veronese, fino a raggiungere la chiesa dei Santa Maria della Salute attraverso la lunga passeggiata delle Zattere.

L’itinerario si snoda alle spalle dei palazzi che fronteggiano il primo invaso di Canal Grande, in calli silenziose, con improvvise aperture su rii che tagliano questa zona del sestiere in insule regolari, e si conclude oltre lo straordinario scorcio panoramico della Punta della Dogana.

Varcando la fastosa facciata barocca della chiesa di San Moisè, si può ammirare la Lavanda dei piedi di Tintoretto e proseguendo lungo calle larga XXII Marzo si incontra un altro esempio di esuberanza barocca: la chiesa di Santa Maria del Giglio. Anche questa racchiude pregevoli opere: Madonna con Bambino e San Giovanni di Pieter Paul Rubens, Visitazione di Palma il Giovane, Quattro evangelisti di Tintoretto.

Apre la fondamenta adiacente l’entrata da terra di palazzo Corner della Ca’ Granda, fra i più monumentali edifici del Canal Grande, la cui facciata è suddivisa in tre fasce orizzontali. Sull’austero bugnato di quella inferiore poggiano le altre due, leggere nel bianco della pietra e nel gioco chiaroscurale delle colonne.

Addentrandosi si nuovo nelle calli ombrose si incontra il suggestivo campo San Fantin, definito da eleganti facciate. Quella di destra appartiene alla chiesa omonima, ricostruita nel 1507 da Antonio Scarpagnino: la fronteggia in Teatro La Fenice, fedelmente ricostruito dopo l’incendio del 1996. Proseguendo verso nord, in Campo San  Beneto si nota la facciata gotica di Palazzo Fortuny, sede del museo omonimo, che ospita opere del pittore me decoratore spagnolo, e la seicentesca chiesa di San Beneto, che custodisce un dipinto di Tiepolo.

campo-santo-stefanoCi si può concedere una gradevole sosta in Campo Santo Stefano, uno dei luoghi di ritrovo preferiti dai veneziani che si danno appuntamento nei caffè: articolato in vari spazi e campielli, il campo è chiuso a nord dal fianco della chiesa di Santo Stefano, uno dei più importanti complessi religiosi gotici di Venezia, fondato a fine ’200 e ultimato nel XV secolo; il vasto interno, articolato in tre navate coperte da un bellissimo soffitto ligneo, ospita diversi monumenti funebri, tre tele di Tintoretto e una tavola di Paolo Veneziano (1348).

Culmine di questo percorso nel segno della pittura sono le Gallerie dell’Accademia, che hanno sede nell’ex complesso di Santa Maria della Carità, i cui edifici, frutto di molteplici ampliamenti del primitivo insediamento del XII secolo, si impongono sul piccolo campo-sagrato aperto sul Canal Grande. Nate come raccolta di saggi degli allievi dell’Accademia, le gallerie si arricchirono grazie alle confische napoleoniche e ai lasciti privati, e oggi ospitano la più cospicua raccolta di pittura veneziana e veneta. Di Giovanni Bellini sono la Madonna in trono col Bambino e santi(1480 ca.) e La pietà del 1505.

La vecchia (1505-1506 ca.) e La tempesta (1507-10) di Giorgione evidenziano i caratteri di novità apportati dall’acceso colorismo della pittura veneta del primo ’500. Tra i capolavori del XVI secolo spiccano il Ritratto di gentiluomo (1515 ca.) di Lotto, Il convito in casa di Levi (1573) e lo Sposalizio mistico di santa Caterina (1575 ca.) di Veronese, i teleri per la Scuola Grande di San Marco di Tintoretto e la Pietà incompiuta di Tiziano, terminata dopo la sua morte (1576) da Palma il Giovane.

Straordinario racconto è il ciclo di sant’Orsola realizzato da Carpaccio nel 1490-95, all’interno del quale risalta il Sogno di sant’Orsola. Altro gruppo di opere concepite in modo unitario è il grande trittico di Bellini e bottega. La visita si conclude nell’antica sala dell’Albergo della Scuola della Carità, dove campeggia la Presentazione della Vergine al tempio di Tiziano (1534-39).

Nelle sale del vicino palazzo Venier dei Leoni, che ospita la prestigiosa collezione della mecenate americana Peggy Guggenheim,ci si immerge, con un balzo di quattro secoli, nell’avanguardia europea e americana: il cubismo è rappresentato da Pablo Picasso, Georges Braque e Juan Gris; il futurismo da Giacomo Balla; la pittura metafisica da Giorgio de Chirico; gli inizi dell’astrazione da Vasilij Kandinskij, Piet Mondrian e dai costruttivisti; il surrealismo da Max Ernst, Joan Miró, Yves Tanguy, René Magritte.

Costeggiando il Canal Grande si oltrepassa Ca’ Rezzonico (iniziata nel 1649 da Longhena e ultimata dopo il 1750 da Giorgio Massari), che nelle fastose sale affrescate da Giovanni Antonio Guardi e Tiepolo ospita il Museo del Settecento veneziano e una pinacoteca.

Nella fitta trama di calli alle sue spalle si viene sorpresi dall’alberato campo Santa Margherita, tra i maggiori della città e tra i più vivaci e autentici, da sempre centro della vita sociale del sestiere. Ne caratterizzano il profilo il campanile mozzo dell’ex chiesa di Santa Margherita e una serie di palazzetti di sapore bizantino o gotico, con le tipiche botteghe contornate in pietra d’Istria, testimonianze dell’originario carattere mercantile della zona.

Proseguendo verso il canale della Giudecca, si incontrano la Scuola Grande dei Carmini, edificio secentesco attribuito a Longhena, al cui interno si possono ammirare nove tele di Tiepolo (1739-44) e Giuditta e Oloferne, capolavoro di Giambattista Piazzetta, e la chiesa dei Carmini (XIV secolo), che custodisce un San Nicoladi Lotto (1529).

Dagli intimi spazi della chiesa di San Sebastiano, celebre per l’imponente apparato decorativo (1555-65) di Veronese, qui sepolto, ci si incammina verso la passeggiata panoramica della lunghissima fondamenta (quasi 2 km) delle Zattere, che da San Basilio raggiunge la Punta della Dogana costeggiando l’ampio canale della Giudecca: percorrendo i suoi quattro tratti, punteggiati di bar e bàcari, si abbraccia in un unico sguardo il fronte dell’opposta isola della Giudecca. Lungo il primo segmento occidentale, le Zattere al Ponte Lungo, si lasciano sulla sinistra la cinquecentesca chiesa di San Trovaso con tele di Tiepolo e di J. e D. Tintoretto, e l’animato rio di San Trovaso, dal XIV secolo ambita sede di dimore patrizie, tra cui la più significativa è il gotico palazzo Contarini degli Scrigni (XV secolo).

Dall’atrio della cinquecentesca Ca’ Bembo si può intravedere uno dei più grandi e inaspettati giardini privati della città. La chiesa dei Gesuati(XVIII secolo), che conserva opere di Tiepolo, Piazzetta e Tintoretto, dà il nome al secondo tratto delle Zattere. Il terzo tratto della fondamenta, Zattere allo Spirito Santo, è invece così detto dalla chiesa dello Spirito Santo (1506). Nell’ultimo tratto sono ubicati i Saloni,nove grandi magazzini del sale costruiti nel ’300.

La piacevole passeggiata si conclude con  la scenografica Punta della Dogana, spartiacque tra il Canal Grande e il canale della Giudecca, realizzata da Giuseppe Benoni (1677) a imitazione di una prua di nave a loggia con torretta, sormontata da due Atlanti bronzei.

L’itinerario si compie con uno degli elementi dominanti nel paesaggio di Venezia: S. Maria della Salute,capolavoro dell’architettura barocca veneziana, eretta da Longhena (1631-87). La maestosa massa marmorea, a pianta ottagonale, è popolata di statue e sormontata da un’enorme cupola emisferica; in sagrestia si possono ammirare quattro tele di Tiziano e le Nozze di Cana (1551) di Tintoretto.

Dal campo della Salute bellissimo è il colpo d’occhio sul Canal Grande e sul bacino di S. Marco. Una lunga riva conduce l’acqua al basamento a gradini su cui si erge la mole della chiesa, mentre sugli altri lati lo spazio è definito dalle absidi gotiche di S. Gregorio, dall’austero palazzo del Seminario patriarcale e dal basso e severo edificio della Dogana da Mar.