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Da sempre merci pregiate si offrono ammiccanti lungo le Mercerie, il più frequentato passeggio della città, che un tempo i patrizi percorrevano per tornare dalle discussioni nei consigli ai colloqui di affari e ai registri del credito.

Attraversato il Canal Grande all’altezza di Rialto, centro mercantile e finanziario, l’itinerario prosegue nei sestieri di  San Polo e di Santa Croce fino alla chiesa dei Frari e alla Scuola di San Rocco, luoghi celebri della pittura, per tornare al ponte di Rialto attraverso campo San Polo e campo San Aponal.

santa-maria-della-saluteLa pittura veneta costella questo percorso che, disegnato ad anello a ponente di piazza San Marco, tocca celebri luoghi d’arte. L’Accademia con la sua incomparabile raccolta, Ca’ Rezzonico con quadri ed affreschi settecenteschi, San Sebastiano dove dipinse Veronese, fino a raggiungere la chiesa dei Santa Maria della Salute attraverso la lunga passeggiata delle Zattere.

piazza_san_marcoEmblema della città, piazza San Marco è nata dal preciso intento di rispecchiare la potenza della Repubblica e la cultura del patriziato che la reggeva.

Il doge, che abitava il Palazzo Ducale, faceva in processione il giro della piazza fino alla cappella dogale, in San Marco. Nel palazzo deliberavano gli organi di governo e si giudicavano gli inquisiti che, a volte, finivano giustiziati tra le colonne della piazzetta. Sotto il porticato si arruolavano invece gli equipaggi destinati alle galee pronte a salpare verso lidi lontani.

venezia_cittaSembra nascere dal nulla, all’incontro di due infiniti, l’acqua ed il cielo: Venezia da secoli folgora il visitatore con la sua singolare bellezza.

Il compatto tessuto architettonico di palazzi, chiese, ponti, calli e campielli lascia appena trapelare gli elementi ambientali e funzionali che formano la sua trama: sopra e dentro la laguna i rii interni, il Canal Grande e i ponti che lo attraversano, il porto, la stazione, il rettilineo nastro della ferrovia e della strada che la collegano alla terraferma.

Veneto germanico e bizantino, aristocratico e contadino, montano e lagunare dovunque.

Binomi dietro cui si cela una ricchezza da assaporare prima di tutto a tavola.

A unificare la cucina veneta è la presenza della polenta e di spezie e uvetta, che ricorda i passati commerci con l’Oriente.

Le strade del Veneto sono anche strade di piccole botteghe e rinomati laboratori artigiani, che testimoniano di una ricca tradizione.

Dall’oreficeria di cui è protagonista Vicenza, al vetro in cui eccelle Venezia, dai mobili alle opere in ferro battuto in cui primeggia Belluno, fino ai capolavori di decorazione, incisione e restauro della provincia di Padova e ai mobili d’arte e alle opere in marmo di Verona.

A percorrere la quiete senza tempo della Laguna si fa fatica a immaginare che a pochi chilometri di distanza la natura dispieghi infiniti volti, offrendo la solarità delle sue spiagge o la mondanità dei suoi lidi, l’incanto fiabesco dei colli, i rosei orizzonti di pianure, le verdi distese o le bianche piste dolomitiche, la scenografica vastità del suo lago.

Innumerevoli suggestioni possono condurre alla riscoperta di una modernità veneta che ha saputo raccogliere e mettere a frutto l’eredità di un ricco passato e si affaccia al futuro con la sua storica vocazione di regione “aperta”, di terra di mercanti, artisti ed intellettuali, di amanti della natura e del buon vivere.

Ottenuto il controllo, Venezia seppe condurre una politica illuminata e tollerante nei confronti delle città dell’entroterra, divenendo il centro unificatore della regione.

Nella “capitale” si concentravano le attività manifatturiere più importanti e redditizie: cantieri navali, armi, lavorazioni della seta,del vetro, ma anche di occhiali, specchi, sapone.

Oggi attraversare canali e campielli di Venezia, ammirare gli splendori della sua Piazza, i ponti e le anse dei suoi canali, il fitto intreccio delle sue isole, significa scoprire come nei secoli questa città abbia saputo accorciare fino a quasi annullare la distanza che la separava da Bisanzio: porte bronzee, mosaici, statue di tetrarchi, di cavalli e di leoni, reliquiari e icone, sono lì per narrarci di navigatori e crociati, di spezie e incensi che hanno varcato incessantemente il Bosforo donando all’Europa un ponte per l’Oriente.